Al contrario di quanto sostenuto in passato, quando si pensava che per rendere più fertile un terreno bastasse apportare sostanze chimiche atte a compensare quanto asportato dalle colture, il concetto che si è affermato con gli studi più recenti è quello di “nutrire il terreno per nutrire le piante”, poiché è dalla vita del terreno che dipende la vita vegetale.

L’humus agisce sulle proprietà fisiche del terreno tendendo a correggerne i caratteri ‘estremi’, mitiga il rischio di liquefazione dei terreni sabbiosi, oppure l’eccessiva compattezza di quelli argillosi. Nei primi agevola la coesione ed accresce la i ritenzione idrica, mentre nei secondi incrementa la permeabilità.

Dal punto di vista della protezione ambientale è importante l’azione antierosiva svolta dall’humus che tende ad aggregare le particelle mediante la formazione dei complessi humus-argillosi.

L’elevata capacità di assorbimento dell’humus è essenziale perchè preserva le falde acquifere dall’inquinamento di sostanze potenzialmente tossiche (composti organici di sintesi, metalli pesanti), che vengono trattenute e più o meno rapidamente disattivate.

A Oltre il Giardino, Laboratorio sperimentale realizzato in uno spazio di verde comunale in centro città, si produce humus attraverso il compostaggio sul posto di foglie, sfalci e potature, “rifiuti verdi” che così riutilizzati non si devono trasportare (meno trasporto = meno inquinamento atmosferico) ne’ smaltire (meno rifiuti in discarica).

Una gestione virtuosa è quella capace di riconoscere come risorse utili quelli che potrebbero essere visti come problemi, scarti o rifiuti.

Chi nella città è delegato a occuparsi delle questioni ambientali, dovrebbe essere impegnato a sperimentare, promuovere, incentivare, e fare in modo che diventino operative per la gestione del verde pubblico urbano, pratiche virtuose di questo tipo.